lunedì 1 dicembre 2008

"Nessuna verità" di Ridley Scott

(Body of Lies)
Con
Leonardo Di Caprio, Russell Crowe, Mark Strong
Drammatico, 128 min,
USA 2008,
Warner Bros
[Uscita nelle sale Venerdì 28 Novembre 2008]

E' dal 1977 (anno in cui debutta splendidamente alla regia con "I duellanti" premiato a Cannes) che Ridley Scott ci ha abituato alternativamente a capolavori (Alien, Blade Runner, Thelma & Louise), a grandi successi commerciali (Il Gladiatore, Black Rain, Hannibal, American Gangster) ma anche a opere mediocri (Albatros, 1492 La Conquista del Paradiso, Soldato Jane).
Questo
"Body of Lies" piacerà a chi ama le spy-story e vuole avventura e ritmo, risulterà meno gradito a chi dal cinema pretende qualcosa di più sostanzioso.

Tratto dal romanzo di David Ignatius (giornalista del Washington Post), in America non ha avuto il successo che ci si aspettava (
"Il problema è che negli Stati Uniti la guerra al terrorismo è una maledizione anche al botteghino: Nella valle di Elah, The Kingdom, Rendition, Redacted, Leoni per agnelli sono stati dei flop" scrive Venerdì di Repubblica).
In Italia ha ricevuto recensioni tutt'altro che entusiasmanti (Liberazione:
Ridley Scott, oramai anonimo regista da spot, ripete meccanicamente la sua visione dicotomica del mondo divisa tra bene e male, buono e cattivo. La Repubblica: è solo una efficiente "serie B" d'avventure gonfiata a forza di steroidi. Il Messaggero: semplicistico e anche tedioso… Improbabili le figure toccate in sorte ai due divi di turno. Il Manifesto: ...eroe buono laico vince fondamentalista cattivo, seduce bellezza locale femminista, supera come al videogame ogni agguato fatale. Film.tv: Un film che non appassiona. Il Giornale: Il sessantenne Ridley Scott confeziona un altro «mattone»).


Il montaggio è frenetico (del premio Oscar Pietro Scalia), l'azione abbonda, lo spettacolo visivo è esaltante, gli effetti speciali sono grandiosi, l'attenzione è quasi sempre catturata, il carisma delle due star è salvo: Ridley Scott conferma di essere un grande professionista.
Ma la retorica affiora qua e là, la lunghezza è eccessiva, la trama è un po' farraginosa, il romanzesco a volte prevale, ingenuo e inutile il didascalismo, un po' troppo prevedibile il procedere del racconto, scontata e superflua la storia sentimentale, superficiale il manicheismo del tutto, pericoloso e inaccettabile il messaggio finale sull'impossibilità di rispettare qualsiasi principio etico.

Non è un film denuncia, un'opera che ambisca ad andare controcorrente, un lavoro che intenda indurre alla riflessione e alla discussione (come lo erano gli ottimi
Syriana e Leoni per agnelli): è semplicemente un prodotto ottimamente confezionato, un blockbuster adrenalinico, un action movie diretto con maestria, un lavoro di puro intrattenimento, un'occasione per ammirare ancora una volta la bravura di Di Caprio e Crowe (ma un applauso va anche a Mark Strong).

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