lunedì 1 dicembre 2008

"Palermo Shooting" di Wim Wenders


Con Campino, Giovanna Mezzogiorno,
Milla Jovocich,
Lou Reed, Dennis Hopper
Drammatico, 124 min,
Germania 2008, Bim
[Uscita nelle sale Venerdì 28 Novembre 2008]

"Wim Wenders, a differenza della Morte rappresentata da un Dennis Hopper biancovestito, manca completamente il bersaglio" (My Movies).
La stragrande maggioranza dei critici è sostanzialmente d'accordo con questa stroncatura.

Dopo il notevole
Non bussare alla mia porta, il regista tedesco ci presenta questo Palermo Shooting (Appuntamento a Palermo), da lui stesso accorciato di ben 18 minuti (rispetto all'edizione vista al 61° Festival di Cannes, con fischi alla fine della proiezione e giudizi negativi).

Tra veggenza ed esotismo, una riflessione sulla vita e sulla morte eccessivamente didascalica e assurda (molti critici sostengono che a volte rasenta il ridicolo e l'imbarazzo), con banalità e attimi di noia che appaiono qua e là e per di più con alla base una trama
"vecchia e risaputa" (Il Mattino).
Un'opera dall'affascinante e splendida fotografia, con una colonna sonora accattivante (ma non sempre collegata a quanto vediamo sullo schermo), elegante nello stile... ma retorica e pretenziosa, saccente e non particolarmente originale nelle continue riflessioni filosofiche e metafisiche sull'angoscia del vivere e sull'impossibilità di distinguere il reale dal falso. Un lavoro che si ispira ad Antonioni e Bergman (ma anche a David Lynch) senza raggiungerne però i traguardi.

Una Palermo labirintica (
"da un lato grottesca e bruciante, dall'altro imponente eppure delicata, profondamente ferita eppure sempre pronta a rialzarsi", parole del regista) che sa troppo di cartolina (il film è finanziato soprattutto dalla Regione Sicilia, e si vede…), attori non particolarmente brillanti non migliorano la situazione di un lavoro che dovrebbe analizzare in profondità una crisi esistenziale ma che sostanzialmente risulta velleitario e pieno di luoghi comuni.

Da approvare in pieno il giudizio finale di Dgmag:
"Wim Wenders, se vuole tornare ad avere successo, deve costruire delle storie e non delle fotografie".

p.s.
Il protagonista del film Campino (pseudonimo di Andreas Frege) nel 1982 ha fondato I Die Toten Hosen, la band rock di lingua tedesca di maggior successo al mondo: i loro dischi hanno superato i 10 milioni di copie vendute.

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