domenica 1 giugno 2008
Blockbusters
"Gli effetti speciali sono un insieme di tecniche e tecnologie utilizzate per simulare degli eventi altrimenti impossibili da rappresentare in maniera tradizionale, in quanto troppo costosi, pericolosi, o semplicemente contrari alle leggi della natura" (Wikipedia).
Gli ultimi trent'anni hanno visto Hollywood realizzare una enorme quantità di film costruiti proprio intorno alla spettacolarità degli effetti speciali, senza badare alla storia e ai dialoghi (e in questa categoria hanno fatto purtroppo entrare l'ultimo episodio della saga di Indiana Jones!).
Per mantenere desta l'attenzione del pubblico planetario (il mercato interno rappresenta ora solo il 50% dell'insieme), per strapparlo dalla televisione e da altri tipi di intrattenimento, Hollywood si orienta sempre più verso il grande spettacolo: produzioni sempre più gigantesche ad alta tecnologia, di immediata fruibilità (anche per contrastare il fenomeno dell'homevideo, il cui fatturato è ormai doppio rispetto a quello delle sale).
L'informatica diventa la vera protagonista.
I film costano ormai in maniera sproporzionata: per garantire un rientro economico, sono strutturati a tavolino da veri e propri gruppi di lavoro che tengono conto di ogni possibile fascia di mercato. Il risultato è quello di film che non dovrebbero scontentare nessuno… e attenti a cavalcare sempre la moda.
Ma...
Confrontando i "Top Ten Italia" e i "Top Ten USA" degli scorsi anni si nota subito che, ad esempio, "Star Wars episodio III" si è piazzato al quindicesimo posto sul nostro mercato, mentre in America lo troviamo al primo. "Batman begins" ottavo in patria, ventesimo da noi. Ma gli esempi potrebbero continuare numerosi.
Sempre più spesso i campioni d'incasso negli Stati Uniti non ottengono in Italia (e in tutta Europa) risultati analoghi a quelli registrati sul mercato interno.
Sembra quindi che il nostro pubblico preferisca il cinema di qualità e mostri una certa stanchezza per il cinema degli effetti speciali, del cinema fracassone che vede trionfare la tecnologia ma latitare le idee.
Ha dichiarato Woody Allen:
"In genere dietro le meraviglie di effetti speciali c'è il vuoto, non ci sono personaggi, storie, psicologie…".
Gli Studios, continua, investono "cento, duecento milioni di dollari in un solo film. E quanto più il costo è alto, tanto più terribile è la paura del fallimento per cui ogni manager interviene e toglie libertà all'autore. Ma una volta tanto sono ottimista, quando le tecnologie non saranno più una follia, anche il cinema americano tornerà a raccontare storie".
Scrive Paolo D'Agostini (le sue parole si riferiscono a "Il Gladiatore" ma vanno bene per tutti i nuovi kolossal): "Effetti da paura, mirabolante impiego di tecnologie che garantiscono massima spettacolarità con il minimo di risorse umane - scene di massa e sfondi "antichi romani" ottenuti in gran parte grazie a scenografie virtuali (che nostalgia per la cartapesta!) , sangue a fiumi e teste mozzate come se piovesse (ma non erano meglio, tanto sul versante violenza quanto su quello delle nudità, le allusioni evocatrici di un tempo?)".
tutteleproblematiche
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