Critiche non del tutto entusiaste per "Baby love" (infelice traduzione dell'originale "Comme les autres" che meglio corrisponde a quello che dovrebbe essere l'interrogativo di fondo del film: perché una coppia gay non può desiderare di essere "come gli altri"?). Tutte lodano gli interpreti e il ritmo ma quasi tutte concordano nel rimproverare alla pellicola una certa superficialità. Eccone un piccolo esempio:
MyMovies: "Baby Love" lascia dialogare tra loro le diverse posizioni, alterna slanci e pudori, mima una profondità di sguardo che non possiede… una pellicola che procede spedita, forte di ottimi attori...
Il Corriere della Sera: Racconto senza pregiudizi né stereotipi… Finale lieto e buonista…
Il Giornale: Scoppiettanti i dialoghi, simpatici gli interpreti...
Il Messaggero: Almodovar è lontano anni luce. Qui tutti sono belli ed agiati, le coincidenze arrivano sempre al momento giusto, etc. Il cinema non ci guadagna nulla, ma intanto il dibattito è aperto.
La Stampa: All'inizio il film pare un atto di solidarietà verso le coppie omosessuali, poi diventa una commedia divertente, appena un po' corriva.
35mm: Nonostante la complessità del tema, siamo di fronte ad una commedia che vuole far riflettere, ma non troppo, e che si offre alla visione di ogni tipo di pubblico.
Cinemadelsilenzio: ...una commedia dallo sviluppo banale, con buone potenzialità tutte inespresse, che scivola via senza asperità e si lascia facilmente dimenticare.
Al suo esordio nel lungometraggio Vincent Garenq (che dopo aver frequentato la scuola di cinema, indirizzo regia, si è cimentato nella scrittura di sceneggiature e nella realizzazione di documentari) ha inteso affrontare tematiche importanti su cui oggi si discute molto (la coppia omosessuale, le madri surrogate, la fecondazione assistita, il problema dell'adozione) con leggerezza, delicatezza e ironia tali da far dimenticare ogni pregiudizio. Impresa riuscita? Non direi.
Ambientato a Belleville (quartiere -ha dichiarato il regista- etnicamente e socialmente meticcio, aperto alla diversità ma che nel film è completamente ininfluente e quasi inesistente e con cui i personaggi non hanno alcun rapporto) la pellicola vorrebbe armonizzare sorriso e riflessione, impresa tutt'altro che facile, e che qui mostra le corde. "Baby love" si rivela superficiale e banale, una commedia apparentemente progressista che pur rifuggendo lodevolmente da ogni volgarità lascia il tempo che trova e che risulta inutile, inconcludente, buonista e patinata all'eccesso: il tema principale (che supponiamo essere la famiglia omoparentale) è così delicato che avrebbe meritato per lo meno una riflessione più dignitosa (Massimo Borriello).
L'intreccio è ben congegnato ma la regia non riesce a renderlo minimamente credibile né coinvolgente per lo spettatore che, piuttosto scettico, osserva quanto accade sullo schermo ridendo spesso a sproposito (...niente di peggio per uno spettacolo).
Che qualcosa non funziona lo si avverte dalla sensazione che il film, che dura appena un'ora e mezza, sia eccessivamente lungo. Non solo a tratti serpeggia la noia ma anche un certo senso di fastidio nel vedere tutti questi ambienti ultraeleganti, tutti questi personaggi belli raffinati benpensanti corretti ed educati, tutte queste situazioni che si vorrebbero divertenti ma che sono perlopiù ridicole.
Peccato. Poteva essere un inno al diritto alla libera ricerca della propria felicità (qui, come in tanti film non francesi ma americani, il sogno si realizza), risulta invece una commedia di gusto televisivo che pretende di essere graziosa e che, senza alcun minimo slancio creativo, rivela di essere solo eccessivamente e assurdamente consolatoria: una perdita di tempo.
Bravi Lambert Wilson, in un ruolo per lui insolito, la spagnola Pilar Lopez De Ayala, Anne Brochet in una divertente caratterizzazione (un po' in ombra Pascal Elbé).
p.s.
Notazione a margine: ma una coppia in cui uno fa l'avvocato e l'altro il pediatra… quando avrà tempo di stare con un figlio?
Pubblicato su Cineocchio
tuttelerecensioni
venerdì 26 dicembre 2008
"Baby love" di Vincent Garenq
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento