sabato 18 ottobre 2008

"Lezione Ventuno" di Alessandro Baricco

Lezione Ventuno
Un film di Alessandro Baricco
Con Noah Taylor, Clive Russell,
Leonor Watling, John Hurt,
Genere Drammatico, colore 92 minuti
Produzione Italia 2008 - Distribuzione 01 Distribution
[Uscita nelle sale venerdì 17 ottobre 2008]


Stroncato da alcuni, esaltato da altri,
Alessandro Baricco è al suo terzo contatto con il mondo cinematografico (dopo la trascrizione in film di due suoi romanzi: La leggenda del pianista sull'Oceano, 1998, di Giuseppe Tornatore; Seta, 2007, di Frangois Girard).

La critica si è nettamente divisa: si va da
"Lezione ventuno è il regno della noia e della confusione" (Cinema.it) a "è un'opera dannatamente intensa e poetica" (FilmUp).

La prima cosa da sottolineare è la sorprendente bravura, in un debuttante, come regista. Baricco mostra una padronanza del mezzo cinematografico che non è di tutti: uso della macchina, ambientazione, costumi, qualità della fotografia, montaggio, colonna sonora, conduzione degli attori… tutto è da lodare senza riserve (ed è evidente il suo essersi circondato di ottimi professionisti). Perplessità sulla sceneggiatura e sull'idea di fondo sposata (smontare i monumenti ufficiali della cultura).

Un insieme di scene (molte bellissime, di straordinaria qualità pittorica) non sempre dal chiaro significato, quattro storie (la creazione della Nona Sinfonia da parte di un Beethoven ormai sordo e privo del favore del pubblico, il ritrovamento del corpo di un violinista morto assiderato con il suo violino, la lezione del professor Mondrian Kilroy tesa a smontare il mito dell'ultima grande opera beethoveniana, l'incontro -in mezzo ai barboni- tra il professore e una sua allieva) affastellate in un unicum che risulta a volte ostico e di non facile interpretazione e che rischiano di disorientare lo spettatore e di confonderlo.
Il tutto gira intorno alla tesi (discutibile?) che nella Nona vi sia sì del genio ma sterile, mancando questa di bellezza (la sola in grado di illuminare l'arte e l'esistenza).

Un film che mostra evidenti le influenze di Ken Russell, Peter Greenaway, Kenneth Branagh, Ingmar Bergman, Carmelo Bene, Terry Gilliam... e perfino Mario Bava.
Alogico e multiforme, raffinato e colto, ironico e surreale, fiabesco e intelligente, in perenne bilico tra sogno e realtà, leggenda e storia...
"Lezione 21" è una disquisizione non solo sulla musica (e sull'erronea divisione tra cultura alta e cultura popolare) ma sulla vita (e la vecchiaia in particolare) che affascina e coinvolge.
Opera corale, anomala e di difficile descrizione con la sua acrobatica struttura,
"animale strambo" (definizione dello stesso regista), colma di metafore e simbolismi, il film forse non piacerà a parte del pubblico (come non è piaciuta a parte della stampa in occasione della presentazione al Festival di Locarno) ma che merita di essere vista per l'originalità (mai gratuita) di mescolare cinema musica teatro e letteratura in un tutto di grande immaginazione e fantasia.

Un film che accontenta la vista e l'udito (afferma Gian Luigi Rondi:
"una gioia per gli occhi. Mentre l'udito, anche là dove lo sente discusso, si abbandona al fascino imperituro della Nona. Confermato, nonostante le apparenze, proprio da quella lezione")

Da apprezzare per il nostro cinema l'intento di realizzare un'opera non rivolta a un pubblico italiano in particolare ma che, col suo cast internazionale e il suo essere stato girato interamente in inglese, guarda al mercato europeo (l'edizione in lingua originale è giudicata migliore da tutti i critici: a Locarno, Giovanna Parreca scriveva:
"Ci auguriamo che Procacci si dimostri produttore davvero coraggioso tanto da mandare in distribuzione centinaia di copie sottotitolate come quella vista qui anche per il pubblico italiano, che non scenda al compromesso del doppiaggio perché anche i nostri connazionali possano vivere appieno le recitazioni ed esser guidati da una voce narrante davvero coinvolgente").
p.s.
Interessante l'interpretazione che si dà all'Inno alla Gioia.

tuttelerecensioni


Nessun commento: