Uno dei migliori (e più famosi) film dell'eclettico Robert Wise (l'inizio del suo curriculum vanta il montaggio dei due capolavori di Orson Welles, 'Quarto potere' e 'L'orgoglio degli Amberson'): "...questo era Robert Wise: un regista di grande mestiere, capace di passare con naturalezza da un genere all'altro, bellico, fantascienza, storico, romantico, e soprattutto di maneggiare quell'oggetto delicato che era diventato allora il musical… Ma Robert Wise (non a caso molto apprezzato da Martin Scorsese e John Landis) era di più di un regista per tutte le stagioni, dalla tecnica impeccabile" (Emanuela Martini).
'Non voglio morire', alla sua uscita, ebbe giustamente non solo un enorme successo di pubblico ma un diluvio di critiche entusiaste, entusiasmo che perdura:
"Una parabola ancor attuale, ottimamente sceneggiata... , diretta in maniera ineccepibile da Wise, che prese spunto da un fatto realmente accaduto, di cui mai però si poté sapere la verità... Straordinaria e intensa l'interpretazione della Hayward... Memorabili le musiche jazz di John Mandell" (CiakHollywood).
"Susan Hayward, una stella scomparsa prematuramente, bellissima, piena di talento. Cose d'altri tempi, quei favolosi anni in cui Hollywood non sfornava film cibernetici, ma ancora si guardava alla realtà per attingerne a piene mani" (Paolo Ciarpaglini).
"Con inquadrature insolite e un montaggio stringato il regista ha creato un clima di suspense; all'effetto complessivo contribuisce la forte interpretazione della protagonista e l'efficace commento musicale" (Cinematografo.it).
"Il cinema americano può vantare tutta una nobile tradizione di opere coraggiosamente impegnate a denunciare, con polemica asprezza, le debolezze e le storture dei sistemi carcerari e dell'amministrazione della giustizia. In tale filone si inserisce degnamente Non voglio morire, qualcosa di più di un efficace ma generico atto d'accusa: la puntuale ricostruzione di una tragica storia vera…" (Cinema Nuovo).
"Wise ha diretto con la forza scarna e severa delle sue opere migliori, facendo parlare i fatti senza forzarli negli schemi di una tesi precostituita" (ilMorandini).
Il film non è solo una sentita e sincera denuncia della atrocità assurda e barbara della pena di morte. E' anche un formidabile ritratto umano, sorprendentemente moderno e reso magistralmente da Susan Hayward, una delle migliori star della Hollywood degli anni d'oro (tra l'altro ebbe l'Oscar, il Golden Globe, il David di Donatello).
Un film secco asciutto disadorno stringato, senza enfasi e retorica, dal rigore quasi documentario, caratterizzato da una assoluta mancanza di tentazioni spettacolarizzanti.
Un film più che valido ancora oggi, da vedere o rivedere.
(Nel 1983, la Tv americana ne ha fatto un remake).
tuttiiclassici
il remake
lunedì 13 ottobre 2008
I Classici: "Non voglio morire"
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1 commento:
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