martedì 28 ottobre 2008

"Haiti Chérie" di Claudio Del Punta

Haïti Chérie
di Claudio Del Punta
Con Yeraini Cuevas, Valentin Valdez,
Jean Marie Guerin, Juan Carlos Campos
Genere Documentario, colore 100 minuti
Produzione Italia 2007
Distribuzione Esperia Film
[Uscita nelle sale venerdì 26 settembre 2008]


In una ideale classifica tra i film più riusciti ma meno considerati dall'opinione pubblica, "Haiti Cherie" sarebbe sicuramente ai primi posti.
Assurdo che un'opera importante come questa abbia atteso quasi due anni per approdare nelle nostre sale: il 26 Settembre a Torino, il 24 Ottobre a Roma (
le oscure e misteriose vie della distribuzione cinematografica in Italia fanno parte di un labirinto nel quale è facile perdersi scrive Alice Casalini).
Interpretato in massima parte da attori non professionisti, cinepresa a mano, mancanza di luci artificiali, corale e intimista al contempo, in bilico tra narrazione e documentazione,
"Haiti Cherie" (il titolo deriva da una canzone di Toto Bissainthe, celebre attrice e cantante haitiana, le cui melodie sono alla base della colonna sonora del film) descrive le terribili condizioni di vita nelle piantagioni domenicane e le vicissitudini dei protagonisti nel lungo viaggio per sfuggire a quell'inferno.
Forse sarebbe stato opportuno delineare meglio i personaggi, renderli più complessi e sfaccettati ma l'intento di
Claudio Del Punta (distintosi finora come autore di commedie e di documentari) è soprattutto di mettere a disagio noi spettatori, di scuoterci dalla pigrizia mentale che induce a ignorare cosa accade nel resto del mondo: ci coinvolge, ci indigna, ci commuove, ci impegna, ci rende partecipi a un dramma che sembra appartenere a un altro secolo e che invece è attuale e presente ancor oggi.
Il regista non si fa scrupolo di realizzare un'opera scomoda e, per certi versi, difficile. Ha dichiarato Del Punta:
Il fatto che mi ha sempre più colpito in questa orribile tragedia degli haitiani nella Repubblica Dominicana è che questa situazione di sfruttamento metodico e consapevole viene messa in atto da parte di uno Stato riconosciuto come legale e costituzionale dai paesi Europei e dal mondo occidentale, dove si crede che le regole fondamentali del convivere civile e dello stato di diritto siano rispettate... e invece non è così, perché questo trattamento schiavistico di un popolo da parte di un altro vicino, che ricorda situazioni che dovrebbero ormai appartenere alla Storia, avviene non da ieri, ma da più di un secolo, esattamente dalla fine dell'Ottocento, e oggi prosegue immutato, e anzi ancora più meschino agli occhi di chi ha una coscienza moderna. Nel silenzio dei media e a dispetto delle denunce di Amnesty International.

Un film massimamente sobrio e scarno (qualcuno ha ricordato il "neorealismo") ma di sconvolgente crudezza, che evita facili esotismi preferendo la militanza del cinema civile di denuncia (le riprese si sono allungate per quattro mesi a causa delle estreme difficoltà, delle minacce e provocazioni da parte dei proprietari di terra e dell'esercito domenicano).

Scrive giustamente MyMovies:
Del Punta riesce a far emergere una realtà che i governi, europei e non, preferiscono ignorare. La Repubblica Domenicana non è nella lista dei 'paesi canaglia' anche se questa forma di schiavitù vi si esercita da più di un secolo. Le sue spiagge e il suo Oceano sono troppo attrattivi per il turismo internazionale. Ben venga un film che ci ricordi quanto, a volte, i nostri parametri di valutazione siano truccati.

Onore alla Esperia Film di Bruno Restuccia e Giuliana Del Punta che ha prodotto e distribuito il film, film che ha mietuto premi in più di un Festival (60° Festival del Film Locarno, Premio Giuria dei Giovani - Premio "L'ambiente è qualità di vita", 52° International Film Festival di Valladolid, 9° Rio de Janeiro International Film Festival, 31° Cairo film Festival, 22° Festival del Cinema Latino Americano di Trieste, 24° Festival International du Film d'Amour de Mons, 25° Sulmona Filmfestival).

Ottima la scelta di non doppiare il film.

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