domenica 7 settembre 2008

"Un giorno perfetto" di Ferzan Ozpetek

Un film di Ferzan Ozpetek
Con Isabella Ferrari, Valerio Mastandrea,
Stefania Sandrelli, Monica Guerritore,
Nicole Grimaudo, Valerio Binasco, Angela Finocchiaro,
Federico Costantini, Nicole Murgia
Genere Drammatico, colore 95 m - Italia 2008 - 01 Ditribution
[Uscita nelle sale venerdì 5 settembre 2008]


E' chiara la volontà di Ferzan Ozpetek di rinnovarsi, di fare qualcosa di diverso, stupendo così il pubblico abituato a un certo tipo di vicenda, a una certa ambientazione, a certi personaggi ricorrenti… Intento lodevole ma che forse i suoi innumerevoli ammiratori non apprezzeranno del tutto.
L'inizio è spiazzante: tante situazioni diverse, tanti personaggi (non tutti ben delineati nella loro complessità e nelle loro sfumature psicologiche)… che nel corso del film tenderanno a incrociarsi ma non a unificarsi completamente. Ed è questo il difetto de
"Un giorno perfetto". Le narrazioni corali non sono rare nel cinema (e Ozpetek ne ha fatto un suo cavallo di battaglia) ma la moltitudine di personaggi e vicende ha sempre ruotato intorno a un centro, a un punto unificatore, che qui manca (se non la sofferenza del vivere) (1). Abbiamo, tra le altre, due storie principali (quella di Emma ed Antonio separati da un anno, quella dell'onorevole e della sua giovane moglie) che vivono indipendentemente l'una dall'altra, quasi intralciandosi, una superflua all'altra. Era il caso di escogitare qualcosa che unificasse le due vicende (o avere il coraggio di eliminarne una… quella dell'onorevole, la meno importante).
Complessivamente abbiamo comunque un'opera più che degna che conferma le ottime qualità di Ozpetek, la sua riconosciuta abilità di coinvolgere lo spettatore, di interessarlo e di renderlo partecipe… e soprattutto la sua capacità di ottenere il meglio dai suoi attori. Attori qui più numerosi che in altri suoi film (anche i piccoli ruoli sono ricoperti da grandi interpreti), tutti bravissimi e da encomiare. Spiccano Isabella Ferrari e Valerio Mastandrea che offrono forse la migliore prestazione della loro carriera: intensi, convinti e convincenti, perfetti nei rispettivi ruoli, da applaudire incondizionatamente.
Il film, presentato a Venezia, ha ricevuto critiche discordanti (Il Corriere della Sera
"partecipazione emotiva che non spinge mai troppo il pedale, che fa intuire più che spiegare e riesce a restituire sia la giustezza dell'ambientazione che il dolore della sofferenza…", L'Unità "un melodramma con troppa carne al fuoco"; Cinematografo.it "l'Ozpetek migliore degli ultimi anni", La Stampa "è deludente") ma tutte concordi nell'elogiare Ferrari e Mastandrea.
Tratto dal romanzo di Melanía G. Mazzucco, per la prima volta Ozpetek gira un film che non ha scritto lui. Meno teso e violento del libro,
"un melodramma nero", un grande affresco di emozioni, di storie inquietanti, di delusioni e aspettative tradite, di fragilità umana, di sofferenza, di fissazioni malate, di sentimenti devastanti, di famiglie in frantumi, di genitori e figli infelici, di politici corrotti, di passioni violente, di un mondo alla deriva, di una realtà caotica e sfuggente… a cui è impossibile rimanere indifferenti.
p.s.
La scena del tentativo di stupro è una delle più belle e potenti che il grande schermo ci abbia offerto negli ultimi anni.

(1)
"scarsamente sviluppati i personaggi secondari, che non trovano piena giustificazione per le loro azioni e restano soltanto vaghi frammenti di vita" (Spaziofilm); "impossibile commuoversi con personaggi non approfonditi, abbozzati o abbandonati subito" (Cineblog.it).

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