mercoledì 13 agosto 2008

"Le ferie di Licu" di Vittorio Moroni

Con
Md Moazzem Hossain, Fancy Khanam, Giulia Di Quilio

Genere Drammatico
colore 93 minuti

Produzione Italia 2006
MySelf Dstribuzione
Uscita nelle sale venerdì 4 maggio 2007

Nomination ai Nastri d'Argento 2008, è stato definito un "docufiction" per sottolineare che quello che vediamo sullo schermo accade veramente ai diversi personaggi (con loro c'è la macchina da presa, che li ha seguiti per più di due anni (poi condensati in 93 minuti), in parte come occhio neutro e oggettivo, e in parte come presenza attiva, quasi come compagna di viaggio Il Sole-24 ore).

Vittorio Moroni ha creato La MySelf Distribuzione, associazione culturale a cui aderiscono innanzitutto tutti coloro che lavorano o hanno lavorato al film, dagli attori ai tecnici, ma con un semplice contributo di cinque euro chiunque ne può far parte (e avere diritto a un ingresso al cinema). Primo esempio in Italia di autarchia distributiva che ha permesso di far uscire nelle sale "Tu devi essere il lupo" (del 2005, premiato in numerosi festival) e questo "Le ferie di Licu" ("Moretti non mi ha nemmeno ricevuto, con Luckyred non se ne è più fatto nulla. La Bim per un po' mi aveva illuso, ma poi è sfumata pure quella opportunità" ha dichiarato il regista).

Raccontando qualche mese della vita di un immigrato bengalese a Roma, alle prese con i suoi molti lavori e con delle nozze inattese (il tutto diviso quasi in tre capitoli: la vita in Italia, il viaggio in Bangladesh per conoscere la moglie, il ritorno a Roma in compagnia della sposa), il film è quasi un piccolo omaggio al neorealismo, con l'intento di cogliere la realtà mentre accade: descrive, senza mai giudicare, un mondo che vive in mezzo a noi,
un mondo che non è così diverso dal nostro mondo rurale di qualche decennio fa (Il Manifesto), e lo fa in maniera piacevole e scorrevole coinvolgendo e interessando lo spettatore che si trova dinanzi un lavoro denso e sottile, tra le cose italiane migliori viste nel 2007 (Rolling Stone).
E' soprattutto il ritratto di un uomo,
un uomo che lotta con quei problemi di coppia, d'identità ed affermazione personale che il contesto dell'immigrazione amplifica ma che non sono così diversi da quelli di tutti gli esseri umani. Averlo mostrato non è merito da poco (Dada.net).

Un film senza ipocrisie che ci parla della nostra contemporaneità toccando temi sempre più attuali (condizione della donna, amore, amicizia, famiglia,
diversità, integrazione, multiculturalismo e solitudine dell'individuo...nonché disagio di fronte a un mondo che sta cambiando ad una velocità impressionante, lasciando gli uomini e le donne impreparati a tali trasformazioni Mauro Corso) e che è doveroso analizzare e approfondire. E Moroni lo fa con tono lieve e sobrio, intimista e discreto, senza mai cadere nel retorico o nel banale folclore o nel macchiettismo buonista, inducendoci a riflettere su chi ci sta attorno (ma anche su noi stessi): leggera ma non superficiale divagazione su grandi temi scrive giustamente laRepubblica.

"Le ferie di Licu" è ...un'opera piccola ma non timida, che tenta... di fare del cinema diverso, di porre questioni, sociali e cinematografiche, rispetto alle quali spesso si hanno tante, troppe, remore (Pietro Salvatori).

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