giovedì 10 luglio 2008

"Io, l'altro" di Mohsen Melliti

Film importante per il tema affrontato, perla rara nell'attuale cinematografia italiana (aliena dall'affrontare argomenti scomodi e che rispecchiano l'odierna nostra situazione).
Onore al merito a Raoul Bova per averlo fortemente voluto e prodotto.
Raccontando come un'amicizia si trasformi in odio a causa del terrorismo e della guerra di civiltà,
Io, l'altro mostra come l'insicurezza, il sospetto, la diffidenza, il pregiudizio, la xenofobia, la paura... possono facilmente impadronirsi delle nostre menti e farci comportare in un modo che non avremmo mai immaginato... trasformandoci completamente, rivelando il negativo che è in tutti noi.

Mohsen Melliti, nato a Tunisi e residente in Italia dal 1989, era finora noto come scrittore di romanzi e racconti. Questo sua primo lungometraggio (un'opera quasi naif nella sua semplicità), opportunamente induce alla riflessione e alla discussione: una metafora dell'incontro-scontro di due civiltà che tendono a non comprendersi, una parabola sulla fragilità della convivenza pacifica .
Ben vengano lavori che affrontano tematiche simili, sempre più attuali e che ci riguardano da vicino, condizionando sempre maggiormente il nostro atteggiamento e il nostro agire.

Ma il film, cinematograficamente parlando, non soddisfa completamente.
La sceneggiatura appare a volte superficiale e frettolosa, alcuni risvolti sono eccessivamente repentini, alcune soluzioni non sempre sono credibili. Si aggiungano un ritmo che tende al fiacco e un lieve sospetto di moralismo semplicistico.

Bova ce la mette tutta ma appare un po' spaesato e non all'altezza del ruolo: un personaggio dalle mille sfaccettature che si esprime non tanto con le parole ma con gli sguardi che dovrebbero rivelare una tempesta di emozioni contrastanti (e che richiedeva quindi un attore di grande livello e di lunga esperienza).
Bravissimo il siciliano Giovanni Martorana, molto convincente nel suo essere "tunisino".

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