Il terzo uomo (The Third Man) Un film di Carol Reed.
Con Joseph Cotten, Alida Valli, Orson Welles, Trevor Howard, Bernard Lee, Paul Hörbiger, Ernst Deutsch, Siegfried Breuer, Erich Ponto, Wilfrid Hyde-White, Hedwig Bleibtreu.
Genere Thriller, b/n 104 minuti. - Produzione Gran Bretagna 1949.
Un autentico capolavoro, ridistribuito nel 2000 in edizione originale con sottotitoli italiani, campione d'incassi ai botteghini di tutto il mondo (con una colonna sonora, composta da Anton Karas, il cui tema centrale è nel cuore di tutti gli appassionati di cinema) e celebrato dalla critica tutta.
...è uno di quei film - ormai un classico del cinema britannico - che nascono da uno straordinario concorso di circostanze: un bel copione, un regista quarantenne nella sua stagione di grazia, una tela di fondo - Vienna - di grande suggestione grazie al bianconero di taglio espressionistico di Robert Krasker, il romantico commento musicale su cetra di Anton Karas, interpreti funzionali, un perfetto ingranaggio d'azione in cui la tecnica del giallo si coniuga con una sottile indagine psicologica. E Welles…Sua è la celebre battuta sull'Italia del Rinascimento e la Svizzera:"Sai che cosa diceva quel tale? In Italia sotto i Borgia, per trent'anni, hanno avuto assassinii, guerre, terrore e massacri, ma hanno prodotto Michelangelo, Leonardo da Vinci e il Rinascimento. In Svizzera hanno avuto amore fraterno, cinquecento anni di pace e democrazia, e che cos'hanno prodotto? Gli orologi a cucù" (MyMovies).
Carol Reed, regista dei brevi incontri, ha offerto nel dopoguerra il prototipo del film di spionaggio: ricerca dell'amico scomparso, ambientazione viennese, segreti di malaffare e una donna misteriosa, l'Alida Valli al suo fulgore (celebre camminata finale), che recita in inglese ma non incontrò mai sul set Orson Welles. Dati cult: il refrain della colonna sonora alla cetra, il copione di Graham Greene, una angolazione disperata della realtà trasfigurata dal cinema, la battuta sugli orologi a cucù svizzeri (Corriere della Sera).
Un classico del cinema di spionaggio torna sugli schermi cinquant'anni dopo la sua uscita nel 1949, senza che si siano affatto perduti il suo fascino buio, la meravigliosa fotografia in bianco e nero di Robert Krasker, la sceneggiatura tratta da Graham Greene da un proprio racconto, la musica indimenticata di Anton Karas (La Stampa).
Il terzo uomo è un piccolo capolavoro di contrappunto, un oggetto di precisione… (Ennio Flaiano).
Uno dei massimi capolavori di tutti i tempi (Cinemascope85).
Gli occhi gelidi e sensuali di Alida Valli, il sorriso ironico ed enigmatico di Orson Welles, la faccia bonaria e un po' ingenua di Joseph Cotten. Cinema degli sguardi: intensi, falsi, innocenti, malvagi. Sguardi che ingannano, che raccontano un amore, che lanciano segnali, che chiedono perdono e aiuto. Sguardi che sfidano. Sguardi su una città oscura, invernale, confusa, devastata dalla guerra. Senza questi sguardi Il Terzo uomo, capolavoro di Carol Reed, non avrebbe alcun senso… (SNNCI).
Palma d'oro a Cannes nel 1949, premio Oscar alla fotografia nel 1950.
Nel 1999 il British Film Institute l'ha inserito al primo posto della lista dei migliori cento film britannici del XX secolo.
i classici
giovedì 24 luglio 2008
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