lunedì 14 luglio 2008

I Classici: "2001 Odissea nello spazio"

2001: Odissea nello spazio (2001: A Space Odyssey) Un film di Stanley Kubrick.
Con Keir Dullea, Gary Lockwood, William Sylvester, Daniel Richter, Leonard Rossiter, Margaret Tyzack, Robert Beatty, Sean Sullivan, Douglas Rain, Frank Miller [I], Bill Weston, Ed Bishop, Glenn Beck, Alan Gifford.
Fantascienza, colore 139 minuti, 1968.


Nella classifica dei più grandi film di sempre,
Imdb lo mette tra i primi cento.
Per l'American Film Institute è il miglior film di fantascienza di tutti i tempi.

Rimane il fatto che è un capolavoro assoluto.

George Lucas:
"Uno dei miei film preferiti, in cui tutto è scientificamente esatto e immaginato partendo dal possibile. E' veramente l'apice della fantascienza".
Ridley Scott:
"Il finale del film pone molti interrogativi a differenti livelli: sulla morte, su Dio… Questi interrogativi, questa situazione di inquietudine mi ha molto influenzato".
James Ballard:
"Ha segnato la fine del periodo eroico della fantascienza moderna… è l'immagine di uno spettacolo scientifico in costume trasformato in romanzo storico alla rovescia, di un mondo conchiuso e impenetrabile alla luce della realtà contemporanea".
Digilander-Libero: "E' probabilmente il più celebre fra i tredici lungometraggi che Kubrick ha diretto nella sua carriera cinematografica. Molte sequenze di tale film rimangono nella memoria collettiva, avendo fatto scuola a decine di registi, mentre i brani utilizzati come colonna sonora sono ancora inflazionati in pubblicità e citazioni varie.
Il film rimane come modello, archetipo della fantascienza, "precursore di una nuova era nel genere" (LoBrutto) che qui viene riscoperto e superato…".
Ibs.it: "E' un conto alla rovescia per il domani, una carta stradale del destino dell'uomo, una ricerca dell'infinito. E' un abbagliante monumento visivo che ha meritato l'Oscar , un'irresistibile interpretazione della lotta dell'uomo contro la macchina, una stupefacente miscela di musica e movimento, un caposaldo così fondamentale, che Steven Spielberg lo considera il "Big Ben" dal quale ha tratto origine la sua generazione di cineasti. Per cominciare il suo viaggio nel futuro, Kubrick visita il nostro passato di pitecantropi ancestrali; poi, con uno degli stacchi più fantasmagorici mai concepiti, balza in avanti di millenni fino alla colonizzazione dello spazio; infine proietta l'astronauta Bowman in zone siderali inesplorate, forse fino al regno dell'immortalità".
Centraldocinema: "Le tappe evolutive dell'intelligenza umana (dall'uso di un osso come arma da parte dei primati alle missioni spaziali) sono contrassegnate dall'apparizione di un monolito nero. In assoluto il più grande capolavoro cinematografico di tutti i tempi ("a milestone film" come ha scritto il critico americano Leonard Maltin), disegno di una mente geniale e superiore. Affluiscono in esso filosofia (il mistero dell'esistenza), scienza (i progressi tecnologici), religione (cosa rappresenta il monolito: Dio o un'altra vita superiore alla nostra), fisica e metafisica, poesia (le silenti scene spaziali al ritmo del valzer di Strauss), suspense (le scene col computer Hal 9000). Summa di tutti i generi, si può capire (non del tutto comunque) o non capire (la fine cosa vuol dire, l'intero film cosa vuol dire: è Dio o comunque un'entità superiore che dà la ragione all'uomo e nel finale l'uomo che ha carpito il segreto del monolito e dell'esistenza è destinato a morire e rivivere, sotto forma di "figlio delle stelle", per aiutare gli uomini o per fondare una nuova e migliore stirpe) ma, anche proprio per la sua ambiguità e le diverse, possibili interpretazioni, non si può non amare ed osannare, anche solo per le spettacolari sequenze (a cominciare da quella onirica "dei colori", ideata, pare, da Kubrick - che lo ha sempre negato comunque - sotto l'effetto di un allucinogeno) e le superbe musiche".

L'elenco dei giudizi entusiastici non finirebbe mai…

Interessante quanto scrive Fabrizio Denunzio ("Pieghe del tempo", Editori Riuniti 2002):
"Non è un film di fantascienza…
Kubrick, riferendosi al suo film, ha sempre parlato di storia mitica, di documento mitologico, e in effetti i materiali trattati non tradiscono mai questa intenzione: la Storia (scimmia-uomo), il Viaggio (Odissea, Discovery), il Demiurgo (ora l'occhio di Hal, ora l'indecifrabile Monolito) trovano il loro compimento nella struttura del mito…
Dalla fantascienza
2001 A Space Odyssey, film sul mito e sul cervello, prende l'idea dello spazio (nero, profondo, specificamente filmico), in quanto romanzo di genere, però, presenta significative novità: abbandona l'idea di eroi pieni, forti e imbattibili tanto cari alla space opera… nonché quella del viaggio come dimensione privilegiata dell'avventura e dell'azione, a vantaggio di protagonisti più cerebrali coinvolti nell'investigazione sul senso della civiltà e della tecnologia".
i classici

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Tra qualche tempo lo rivedrò, e non lo considererò solo un film di fantascienza (fatto bene per giunta...), ma un concentrato di teoria filosofica. Chissà come mai ha un seguito che non gli somiglia nemmeno...
Ho trovato questo post tramite Google blog. Il film in questione è nella mia Top 100, e da lì sono partito per trovare partecipanti al Torneo dei film. Basta una playlist dei 10 film che ritieni i migliori di sempre. A dicembre si parte da un tabellone, a scontro diretto. La pagina del mio blog dedicata al Torneo è qui: http://gegio.wordpress.com/il-torneo-dei-film/ Se vuoi invece solo lasciare la tua playlist quo c’è il form: http://spreadsheets.google.com/embeddedform?key=p8mk30RmJiA3OFsJjj_9HTQ

Anonimo ha detto...

Grazie per la playlist, al più presto inserirò nel blog il tabellone. Ciao!