mercoledì 7 maggio 2008

"The Hunting party" di Richard Shepard

Accolto generalmente (e inspiegabilmente) bene dalla critica all'ultimo Festival di Venezia, "The Hunting party" avrebbe le carte in regola per essere un lavoro interessante: belle riprese, abili movimenti di macchina, una buona storia da raccontare (un giornalista in crisi -la sua ragazza è stata trucidata- si mette alla ricerca di un criminale di guerra), attori famosi e di solito affidabili…

Eppure il risultato è deludente al massimo. Fallito il tentativo di miscelare avventura ironia dramma thriller, commedia e controinformazione, "The Hunting party" risulta poco credibile e a volte anche noioso. Per tutta la durata della proiezione lo spettatore si chiede se stia assistendo a una parodia consapevole e voluta o a un prodotto malamente riuscito dall'umorismo involontario.
Personaggi convenzionali che sembrano macchiette e con caratteristiche viste tante volte sullo schermo, battute che si vorrebbero spiritose ma sono spesso solo banali, risvolti inconcludenti e non motivati nella trama, siparietti fuori luogo (e aventi l'evidente scopo di accontentare quella parte di pubblico che non sa rinunciare alla visione di una donnina nuda), una sceneggiatura colma di luoghi comuni e che ricorda (ma in negativo) più
"Indiana Jones" che "Leoni per agnelli" (dove la denuncia verso chi detiene il potere era cosa seria)... sicché le didascalie finali che ci fanno capire che l'opera è ispirata a fatti reali (e ci vorrebbero far riflettere su verità tenute nascoste e su connivenze internazionali) appaiono appartenere a un altro film.
Sufficienti (ma non di più) le interpretazioni di Terrence Howard e di Jesse Eisenberg, non convincente e fuori parte Richard Gere (eppure qualcuno ha osato accostarlo ad Humphrey Bogart!).
Richard Shepard realizza un prodotto che si vorrebbe, forse, irriverente e malizioso nel suo umorismo macabro ma che risulta pesante e falso (e dal pessimo finale): da approvare in pieno il giudizio, fuori dal coro, de "Il Messagero": "Ci sono film inventati di sana pianta in cui tutto sembra vero e altri tratti da storie vere e magari girati sul posto che invece suonano fasulli da cima a fondo. 'The Hunting Party' vuole denunciare le connivenze occidentali in Bosnia, ma appartiene alla seconda categoria".
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