Ultimamente ogni film di Wong Kar-wai divide la critica, quanto mai discorde nel dare un giudizio. Wong è un regista particolare, o lo si ama appassionatamente o lo si detesta: io appartengo al primo gruppo. Sebbene forse non all'altezza di capolavori come "Happy together" "In the mood for love" "2046" , "Un bacio romantico" -che ha inaugurato l'ultimo Festival di Cannes- è un film al di sopra della media, che merita di essere visto e discusso. Impossibile non apprezzare i virtuosismi della regia piena di dissolvenze e ralenti, la smagliante e "pittoresca" fotografia, la potenza visiva delle immagini, l'accattivante colonna sonora (è presente anche una nuova versione della bellissima "Yumeji's Theme" di "In the mood for love").
Un affresco dolce-amaro della società, un quadro doloroso -ma non privo di speranza- di una umanità in perenne affanno per combattere solitudine egoismo disperazione…, un omaggio al migliore cinema americano che sovente affronta i temi qui mostrati (l'alcolismo, il rapporto genitori-figli, la condizione femminile, il disastro della famiglia, la fuga dal proprio passato, la ricerca di una maggiore consapevolezza di se stessi, la separazione dalla persona amata, la difficoltà nei rapporti individuali, il viaggio on the road metafora di quello interiore…).
L'inizio del film lascia un po' perplessi: sembra girare a vuoto, non si comprende dove il regista voglia parare, ma ben presto si resta affascinati dal ritmo lento, cadenzato (mai noioso) per una triplice storia in cui è facile trovare parte di noi stessi: ci si sente coinvolti, si partecipa ai drammi dei vari protagonisti, di cui con pudore e discrezione ci viene mostrato l'intimo (un critico ha giustamente definito Wong "grande cantore di sentimenti universali").
L'angoscia esistenziale domina in tutte le opere del regista cinese , ma questa (che è la sua prima prova in lingua inglese) è la più ottimista: la fuga non è la soluzione dei problemi, l'amicizia la solidarietà l'amore avranno il sopravvento...
Da sottolineare che impreziosiscono il lavoro almeno tre interpretazioni da Oscar (David Strathairn, Natalie Portman, Rachel Weisz), un convincente Jude Law in una parte per lui non usuale e una sorprendente Norah Jones che si spera di rivedere presto sul grande schermo.
recensioni
mercoledì 2 aprile 2008
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