martedì 15 aprile 2008

"Riprendimi" di Anna Negri

La società è "liquida" e instabile, il lavoro è precario ma lo è anche il grande amore. Amara è la visione della vita e della realtà attuale (dove i media la fanno da padroni) che la regista ha, una verità -la sua- che non può non fare male allo spettatore.

Uomini in gran difficoltà ad assumersi le proprie responsabilità, eternamente ragazzi nella loro ricerca di affermazione e di libertà, donne fragili nella loro solitudine in una società che non ne comprende esigenze e bisogni: un mondo dominato dalla insicurezza e dalla non realizzazione, un mondo dove il rapporto sessuale diviene l'unica (apparente e inutile) ancora di salvezza.
Una lucida analisi, un implacabile ritratto che disturba (molti del pubblico troveranno parte di se stessi) e che ci fa riflettere sulla vita che conduciamo, sulle nostre aspirazioni, sui nostri comportamenti, sulla nostra immaturità.

Unico film italiano in gara al Sundance, appena 700mila euro di budget, girato in digitale e poi riversato in pellicola, linguaggio innovativo e originale che oscilla perennemente tra documentario e cinema, è la seconda opera di
Anna Negri (formazione culturale e lavorativa in Francia Olanda Inghilterra…) che ha l'abilità e l'intelligenza di descrivere una realtà drammatica quanto mai con toni leggeri, a volte perfino divertenti.

Ottima la conduzione degli attori, tutti bravi. Difficilmente dimenticheremo la performance di Alba Rohrwacher, per la prima volta protagonista, e di Marco Foschi, finora conosciuto come il miglior attore giovane del nostro teatro.

Con pochi soldi e tante idee, Anna Negri ha realizzato un'opera che è stata lodata da tutta la critica e che ha fatto parlare di
"un piccolo splendido caso di cinema italiano".
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