lunedì 7 aprile 2008
Bollywood-Hollywood
Bollywood-Hollywood è anche il titolo di un film del 2002 diretto e sceneggiato da Deepa Mehta.
Ma qui si intende solo sottolineare come Hollywood stenti ad entrare nello sterminato mercato asiatico dominato dal cinema indiano, chiamato generalmente Bollywood, termine derivante dalla fusione di Hollywood e Bombay dove ha sede Mumbai il principale centro di produzione cinematografica (da sottolineare poi che Hollywood ha ormai un nuovo concorrente: la Nollywood della Nigeria, la terza industria cinematografica del mondo).
Dal Central Board of Film Certification of India sappiamo che ogni tre mesi un miliardo di persone - cioè l'intera popolazione indiana - si reca al cinema, gli incassi si aggirano a più di 250 milioni di euro e che Hollywood (statistiche del 2003) ha prodotto solo 473 lavori a confronto degli 877 di Bollywood (e si pensi che negli anni Venti l'80% dei film in circolazione in India erano americani!).
In India le sale cinematografiche sono sempre più numerose, anche nelle zone rurali, e le file ai botteghini sembrano non aver fine. Non va poi dimenticato che ormai vi sono 20 milioni di Indiani emigrati nei paesi più industrializzati, vettori di interesse per la cultura indiana da parte di un pubblico non indiano (la Repubblica): ecco perché i film di Bollywood acquistano sempre più popolarità un po' dappertutto (ricordiamo che nel 2001 "Monsoon Wedding" ha conquistato il Leone d'oro a Venezia, e che nel 2002 "Lagaan" dopo aver vinto il premio del pubblico al Festival di Locarno è stato nominato agli Oscar come miglior film straniero).
Importante ricordare che, conquistata l'indipendenza (1947), il governo favorì moltissimo l'industria cinematografica conferendole la funzione di promuovere e sostenere l'integrazione nazionale.
Purtroppo Bollywood sforna per lo più prodotti commerciali il cui livello medio appare artisticamente e contenutisticamente poco elevato (ma alcuni critici ne apprezzano la grinta e la vitalità e sottolineano come non manchino le opere di qualità).
In generale i film indiani sono piuttosto lunghi e con numerosi pezzi di canto e ballo, tendono ad essere melodrammatici e sentimentali (ma non mancano le commedie, le storia d'amore o d'azione, i thriller…), lo stile recitativo è molto teatrale, il sesso è praticamente assente.
Nicoletta Gruppi, in un suo interessantissimo articolo, sottolinea un'altra caratteristica fondamentale dell'odierno cinema indiano: "Tecnici e registi hanno sempre tenuto gli occhi bene aperti su quanto stava accadendo nel resto del mondo, anche se i loro prodotti sembrano totalmente calati e imprigionati dalle coordinate culturali del subcontinente. Non c'è "trovata" americana, o italiana, o francese, o giapponese che non sia stata astutamente riciclata negli studios di Bombay... si prendono le idee dappertutto e poi le si riutilizza secondo la propria cultura. L'India, naturalmente, è in grado di fare questo perché possiede un mercato interno talmente vasto da consentirle un'autonomia quasi totale".
tutteleproblematiche
vedi anche...
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento