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Ha mietuto premi un po' dappertutto, ha entusiasmato i critici di ogni tendenza questo lavoro di Jason Reitman ( figlio di Ivan Reitman, regista del celebre "Ghostbusters" ), già distintosi con "Thank You for Smoking".
A mio parere "Juno" non possiede la vivacità la brillantezza il sarcasmo di quest'ultimo.
Un film scritto apposta per le quindicenni che se ne innamoreranno, con una protagonista saggia e innocente al contempo, tenera e tagliente, esuberante e anticonformista (chi non vorrebbe essere come lei?). Niente di male, solo che la cosa è troppo evidente e può dar fastidio: tutto sembra calcolato al millimetro per entusiasmare le teenagers, dalle battute agli atteggiamenti, dai costumi ai comportamenti. L'impressione generale è un che di artificioso e di poco spontaneo, con personaggi e situazioni che regia e sceneggiatura non rendono verosimili (ma come fa una ragazza che dimostra di saperla molto di più degli adulti con cui interagisce a rimanere incinta?).
La sceneggiatrice Diablo Cody (premiata agli Academy Awards) in una intervista ha dichiarato che in "Juno" è possibile rintracciare diversi significati: "Si potrebbe affermare che questo film è un inno alla vita e alla nascita di un bambino, oppure si può interpretare come la storia di una giovane emancipata che continua a essere emancipata. O si potrebbe leggere come una riflessione sull'amore difficile, o sulla maturità".
Ma questa complessità non appare anche perché ci viene presentato un mondo senza problemi, in cui tutti sono irrealmente ultracomprensivi e disponibili
Simpatici e fantasiosi i titoli di testa, molto bella la fotografia che inizialmente ricorda i fumetti o il mondo delle fiabe. Originale e anticonformista il finale del film (la cosa migliore).
Poco convincente la recitazione, soprattutto di Ellen Page e di Jennifer Garner. La prima, celebrata un po' ovunque (nomination agli Oscar), è sicuramente brava e dotata di talento, ma non brilla per simpatia e tende a "recitare troppo"; la seconda, poco adatta al ruolo affidatole, è un incredibile campionario di smorfie.
In definitiva, come nota controcorrente "Il Corriere della Sera", "un film furbetto e piacevole, che scorre via come l'acqua fresca d'estate".
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