venerdì 12 dicembre 2008

"Padiglione 22" di Livio Bordone

Con
Regina Orioli, Giuseppe Antignati, Arturo Paglia
Giuseppe Antignati, Dario D'Ambrosi, Corinna Locastro, Valentina Gristina
Elio Germano, Gaetano Amato
Italia 2006 -Thriller - 82 minuti - Paco Cinematografica
[Uscita nelle sale Venerdì 12 Dicembre 2008]


L'opera di esordio del regista trentatreenne siracusano Livio Bordone ha ricevuto ovunque ottime recensioni (ma i media lo stanno colpevolmente trascurando):
MyMovies:
Un'emozionante viaggio nei meandri della mente con i migliori giovani volti del panorama italiano.
Pellicolascaduta: Bordone dimostra di saper costruire inquadrature interessanti che si fanno mezzi di trasporto delle emozioni e non misere appendici che non fanno altro che riportare fatti ed episodi.
Anastasia Mazzia:
Fiumi di parole si spendono sempre sulla decadenza del cinema italiano, per la mancanza di giovani registi, di nuove idee. In realtà... Livio Bordone riesce a regalare un'assoluta novità.

Se pure con notevole ritardo,
"Padiglione 22" esce finalmente nelle sale (dapprima solo a Roma e a Palermo, successivamente arriverà a Trieste, Milano, Firenze, Bologna, Modena, Siracusa, Catania e Cagliari).

Un thriller paranormale che a volte sembra fare l'occhiolino all'horror italiano degli anni '70 (come molti critici hanno sottolineato), ma con una perizia tecnica, una qualità visiva e una prestazione attoriale che a quello certamente mancava.

L'ambizione -ha dichiarato il regista- era di fare un film pressoché muto, in cui fossero solo le immagini a parlare, abbandonando così la semplice velleità narrativa. Cercando, forse in maniera presuntuosa, di regalare al pubblico non una storia ma una sorta di viaggio emozionale. E in effetti "Padiglione 22" contiene pochissime parole, del resto superflue: sono i luoghi a parlare, i volti, i gesti...
Un mix omogeneo e funzionale di flashback, fatti reali e immaginari (?), sogni e allucinazioni che attanagliano l'attenzione dello spettatore e creano un clima di tensione non sempre presente in film del genere. Film che va letto non solo come ottimo esempio di ghost story ma soprattutto come ammirevole denuncia di quanto accadeva in Italia prima che la legge Basaglia liberasse i degenti dalla segregazione coatta: pienamente riuscite quindi le intenzioni del regista che, alla presentazione del suo lavoro, ha affermato
Tutto il film è giocato sul perenne dubbio, sottile, se ciò che accade alla protagonista è reale o se sia tutto frutto della sua mente. Inoltre il tentativo di raccontare un angolo buio della storia italiana, il periodo della realtà manicomiale, filtrato attraverso le regole di un genere come il thriller.

Bravissima Regina Orioli nel non facile ruolo di una donna dilaniata dai sensi di colpa, eccezionale nel comunicarci nevrosi e ossessioni.

Grande successo lo scorso anno al Festival di Shanghai (l'evento cinematografico più importante del continente asiatico)
"Padiglione 22" è un film consigliabile a chi dal grande schermo pretende emozioni non banali e stimoli a riflessioni non superficiali.
Onore alla Paco Cinematografica che l'ha prodotto e distribuito (la Paco è nata nel 2003 come realizzatrice di documentari a scopo umanitario. Tra il 2005 e il 2006 il passo verso il grande schermo. A lei si deve la realizzazione di uno dei migliori film della passata stagione,
"Cover Boy").

Pubblicato su Cineocchio

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