sabato 26 luglio 2008
I Classici: "I soliti ignoti"
I soliti ignoti, Un film di Mario Monicelli.
Con Claudia Cardinale, Vittorio Gassman, Marcello Mastroianni, Totò, Tiberio Murgia, Rossana Rory, Renato Salvatori, Memmo Carotenuto, Carla Gravina, Carlo Pisacane, Gina Rovere, Elvira Tonelli, Elena Fabrizi, Pasquale Misiano, Renato Terra, Aldo Trifiletti, Nino Marchetti, Gustavo Serena, Gina Amendola, Mario Feliciani, Mimmo Poli, Lella Fabrizi.
Genere Commedia, colore 111 minuti. - Produzione Italia 1958.
In questi giorni da più parti si celebra il cinquantenario de "I soliti ignoti" di Mario Monicelli, vero e proprio gioiello della cinematografia italiana, e non solo: "Questa specie di versione popolana e ilare di Rififi di Dassin è il miglior film di Monicelli e la migliore commedia all'italiana di sempre. Un bel ritmo, piccole annotazioni gustose e una serie di personaggi abbozzati alla perfezione, e che sono entrati a far parte della memoria collettiva… Campione d'incassi in Italia e buon successo anche negli Usa… Nomination agli Oscar" (Paolo Mereghetti).
Questo capolavoro che "ha segnato un passaggio importante per la celluloide nazionale" e che "è diventato un radar del suo tempo e… lo specchio di una società e la parabola di una condizione umana" (Guido Barlozzetti), all'epoca non fu pienamente compreso dalla critica ufficiale. Scrive Gianni Amelio: "I soliti ignoti, (destino delle commedie) a qualcuno sembrava acqua fresca. Secondo i parametri di allora, Monicelli era un bravo artigiano affidabile, uno che conosceva il mestiere e per fortuna non aveva grilli per la testa: con un copione che funziona, attori popolari, un po' di soldi, state tranquilli che farà onore, dicevano tutti".
Oggi tutti riconoscono che il film è una tappa fondamentale nell'evolversi della nostra cinematografia: si abbandona "lo stile provinciale della commedia di costume: macchiettismo caricaturale, vita di popolo, buoni sentimenti. Un cinema artigianale, alla buona, che riscosse un grande successo presso il pubblico più periferico, che riuscì a contrastare i prodotti americani proprio grazie all'adozione di carattere e tradizioni locali" (Scaruffi.com).
Con "I soliti ignoti" "il "comico" diventa "cosa seria"" (Pino Farinotti).
"È il 1° film comico italiano dove compare la morte, con personaggi invece di macchiette, una comicità venata di dramma e il tema dell'amicizia virile, raro nella cultura e nello spettacolo italiano" (il Morandini).
"I comici de I soliti ignoti cessano per la prima volta di essere delle marionette, delle maschere che giocano la comicità esclusivamente in chiave di gag, giochi di parole, gesti buffi o nonsense, e articolano i dialoghi e le trovate umoristiche su prove definite, a volte anche macchiettistiche e caricaturali, ma riferite sempre ad una sceneggiatura chiara… Con I soliti ignoti nasce in Italia un nuovo tipo di commedia comica che abbandona i canoni praticati nel cinema sino a quel momento, che risalivano sostanzialmente alla florida tradizione dell'avanspettacolo, del varietà o del Cafè Chantant… si apre alla quotidianità, alla realtà e innesta i suoi caratteri su precisi riferimenti sociali, chiari al pubblico che li vive spesso in prima persona (Wikipedia).
Ma non solo. Il film ebbe anche il merito di dare la possibilità all'immenso Totò di dispiegare in pieno la sua eccelsa arte recitativa, rivelò le insospettate doti comiche di Vittorio Gassman, diede a Marcello Mastroianni l'opportunità di delineare alla perfezione la figura del "disincantato" (che gli rimarrà addosso per molto tempo), offrì l'occasione a Renato Salvatori di maturare le sue doti, lanciò definitivamente due giovani emergenti come Carla Gravina e Claudia Cardinale, senza dimenticare i due fenomeni regionali Tiberio Murgia e Carlo Pisacane (non semplici macchiette ma personaggi indimenticabili a tutto tondo).
i classici
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