Primo lungometraggio del trentaquattrenne regista israeliano Eran Kolirin, "La banda" è stato da molti considerato il grande escluso dalla corsa agli Oscar come miglior film straniero (sembra perché girato per oltre il 50% in inglese), ma si è guadagnato più di un premio al 60° Festival di Cannes.
"Brillante commedia dal retrogusto amaro" è stato giustamente definito questo lavoro dai toni a volte surreali e che perennemente oscilla tra ironia e malinconia. Un inno alla voglia di comunicare, all'incontro di civiltà per troppo tempo intolleranti l'una verso l'altra, ostili e diffidenti, apparentemente distanti ma in realtà (come tutti gli esseri umani) simili: le speranze, le delusioni, le rinunce, la solitudine, il rammarico, l'amore, il dolore… sono uguali ed evidenziano l'assurdità di guerre e incomprensioni.
Un film (in cui un ruolo centrale ha la musica) pieno di umanità e di dignità e fierezza, magnificamente interpretato da uno stuolo di attori bravissimi nell'esprimere, anche con i silenzi e il non-detto, emozioni e sentimenti universali e in cui ogni spettatore potrà ritrovarsi.
Qualcuno potrebbe non gradire il ritmo lento imposto dalla regia, eppure è una componente del fascino di questo piccolo gioiello che ha più di una scena da antologia, difficilmente dimenticabile (la sequenza a tre nel locale skating è una delle più belle che il grande schermo ci abbia mostrato: difficile trattenere in sala l'applauso!).
Ottima la fotografia dall'eccellente valore cromatico che ritrae i vari personaggi in lande deserte e popolate dal nulla, con un lodevole gusto estetico da "quadro vivente". Da encomio la regia asciutta e "discreta", delicata e quanto mai convincente nell'offrire un affresco mesto e malinconico di una realtà dove degli esseri hanno la possibilità di conoscersi comprendersi (...amarsi?).
In una intervista, Eran Kolirin ha dichiarato "abbiamo dimenticato il legame tra gli esseri umani e la magia della conversazione, perché la nostra unica preoccupazione era quanto grande fosse la fetta della torta su cui potevamo mettere le mani". Come non essere d'accordo?
recensioni
mercoledì 26 marzo 2008
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