mercoledì 17 dicembre 2008

"Stare fuori" di Fabiomassimo Lozzi

Con Federico Pacifici, Guja Jelo,
Ivo Micioni, Nausica Benedettini,
Carlo Del Giudice, Alessandro Riceci, Dagmar Lassander, Matteo Orsini
Sentimentale, durata 91 min.
Italia 2008, Distribuzione A.B.
[Uscita nelle sale Venerdì 12 Dicembre 2008]



"Stare fuori" non ha convinto del tutto la critica:
Repubblica:
Lozzi utilizza consapevolmente il registro del melodramma fiammeggiante, ispirandosi a modelli alti (quanto pericolosi da imitare)… Il film gioca le sue carte uscendone un po´ malconcio.
Ciak:
Se le intenzioni e le ambizioni di Lozzi sono tutt'altro che banali o corrive, strumenti e senso della misura non gli vengono qui in soccorso.
Ilaria Mariotti:
La sensazione che lascia è di aver assistito ad un racconto fatto di forzature, troppo rallentato e alla ricerca dello struggimento a tutti i costi.
35mm:
Il dramma sfocia nella tragedia ma spesso i personaggi sono talmente estremi da risultare grotteschi, quasi caricaturali.

Esordio nel lungometraggio di
Fabiomassimo Lozzi (scrittore, sceneggiatore e autore finora soprattutto di documentari e corti) che -dichiaratamente- intende rendere omaggio al melodramma tipico degli anni Cinquanta (più a quello americano che a quello italiano).
Rappresentante più che degno del cinema indipendente d'autore italiano, in questo lavoro Lozzi si è impegnato al massimo sia dal punto di vista formale che contenutistico (ma è il primo aspetto a risultare il più riuscito).
Amore folle e morboso, sesso disperato, ossessioni, sentimenti esasperati, allucinazioni, lacrime a piè sospinto, fughe, rimpianti, morte (nonché omosessualità) sono i temi portanti: non tutto è chiaro e coerente nella narrazione (ispirata a un fatto realmente accaduto una ventina d'anni fa) con il suo mix di kitsch, commedia, tragedia, deliri, lutti, sofferenze varie, amori materni e amori passionali… ma è indubbio che il film coinvolge (e commuove in più di un punto) grazie anche a una raffinata regia e a uno stuolo di attori da applaudire incondizionatamente (benché sia forse da rimproverare una certa impostazione eccessivamente teatrale).
Un film surreale e delirante (con un'intensa e suggestiva colonna sonora) dove tutto è eccessivo ed estremo (in diretta polemica con il generale piattume che ci circonda?) che si differenzia -coraggiosamente- dalla corrente produzione italiana... basterebbe solo questo per renderlo degno di nota.

"Stare fuori" è uscito in pochissime sale: merita qualcosa in più.

Pubblicato su Cineocchio

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