lunedì 29 dicembre 2008

"La Duchessa" di Saul Dibb

(The Duchess)
Keira Knightley, Ralph Fiennes, Charlotte Rampling, Dominic Cooper, Hayley Atwell
Drammatico, 110 min., Gran Bretagna, Francia, Italia - Bim
[Uscita nelle sale Venerdì 24 Dicembre 2008]



Critiche non del tutto negative ma, nel complesso, non entusiasmanti per quest'opera vista al Festival del Film Internazionale di Roma:
Il Corriere della Sera: ...
il film resta come raggelato nella sua composta eleganza e nella sua algida bellezza, senza aggiungere niente di nuovo alla consolidata tradizione dei film storici di scuola inglese dove foto, costumi e scenografia servono soprattutto a incorniciare bene gli attori.
Liberazione: Punto decisamente debole, Keira Knightley: ancora rigida e timorosa nel far apparire doti recitative…
Lo Specchio: ..."La Duchessa" racconta queste pene con una sensibilità e una mentalità contemporanee, ignorando quali fossero i rapporti coniugali nell'alta aristocrazia dell'epoca, trascurando il fatto che sentimentalismo o romanticismo sarebbero venuti un secolo più tardi, nell'Ottocento. Nel Settecento il matrimonio nobiliare o regale era prettamente sociale, come nei secoli precedenti: non comportava emozioni né dolori diversi dalle ferite all'orgoglio o al rango, non prevedeva passione amorosa né sessuale.
Il Giornale: ...non ha ambizioni di ricostruzione storica, quanto di evocare un'emancipazione personale, per far felice un pubblico femminile… Ralph Fiennes surclassa Keira Knightley…
Persinsala: Keira Knightley passa, indenne, tre gravidanze legittime e una illegittima per non parlare dei due aborti, senza che una ruga, una sbavatura nel trucco, un capello fuori posto o un abito minimamente sgualcito le rovinino la perfezione da Madamoiselle di Chanel.
La Stampa:
Qualità cinematografica poca, divertimento molto.
Movieplayer: Dai costumi ai sentimenti in gioco, dagli scenari alle nuance interpretative fino alle musiche, tutto è già visto, consumato e rielaborato.

Ispirandosi al romanzo di Amanda Foreman,
Saul Dibb nel suo secondo lungometraggio ci offre non tanto un affresco dell'Inghilterra della seconda metà del Settecento (siamo all'epoca di Giorgio III) quanto soprattutto un biopic che punta l'attenzione su un celebre e chiacchierato personaggio del periodo: Giorgiana Spencer (sposa -appena diciassettenne- del Duca di Devonshire, celebrata in molti famosi dipinti, amante del futuro primo ministro) fu, in un certo senso, la prima donna politica moderna, affascinante anticonformista provocatrice (da molti definita una femminista ante-litteram), sostenitrice -sembra- della rivoluzione americana e francese. Fu soprattutto, cosa che non è sfuggita ai realizzatori del film consapevoli che avrebbe costituito l'arma vincente con il pubblico, un'antenata di Lady Diana.

A differenza del romanzo che illustra l'intera esistenza della protagonista, la pellicola si interessa preminentemente della sua vita matrimoniale: l'impossibilità per le donne di assecondare il proprio desiderio di felicità costituisce il tema portante del lavoro di Saul Dibb ( (e in questo senso
"La Duchessa" può definirsi una storia senza tempo).

La narrazione dove tutto è prevedibile, lo stile elegante ma senza un guizzo di originalità (qualcuno lo ha definito "esangue e asettico"), le varie psicologie non compiutamente approfondite… e in più i ritmi a volte troppo dilatati e il didascalismo accentuato dispiaceranno allo spettatore più esigente (che probabilmente si annoierà) ma chi dal grande schermo pretende solo un paio d'ore di evasione (possibilmente non banale) apprezzerà il tutto pur non emozionandosi eccessivamente.
Si esce dalla sala con l'alta probabilità che nulla abbia attirato il nostro interesse e il nostro coinvolgimento, e senza alcun ricordo particolare (forse solo la bella colonna sonora di Rachel Portman, famosa per essere stata la prima donna ad aver vinto un Premio
Oscar alla migliore colonna sonora nel 1996 per il film "Emma", autrice anche delle musiche di "Le regole della casa del sidro" e "Chocolat").

Keira Knightley, nonostante il fisico prettamente di oggi che la penalizza e che la rende inadatta a film in costume, è abbastanza credibile (ma il carisma non abbonda). A primeggiare sono però Ralph Fiennes (più bravo che mai, giganteggia nel suo personaggio e magnetizza l'attenzione ogni volta che appare), Charlotte Rampling (vera e propria icona, inarrivabile), Hayley Atwell (una rivelazione, ruba spesso la scena a Keira e in un ruolo non certo facile).

Pubblicato su Cineocchio

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